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E-marketplaces nel settore del tessile-abbigliamento
di Alessandra Aghilar

E' sempre più vertiginoso il volume d'affari che si sta sviluppando nel corso degli anni grazie alle tecnologie offerte dal mondo virtuale. Infatti, sulla base di studi effettuati all'ICE, risulta che nel 2001 gli acquisti on line di materiali per il settore tessile-pelletteria sono passati da 34,5 a 110,5 milioni di Euro. Il che è significativo ed emblematico del crescente successo di iniziative orientate allo sfruttamento della rete in logica B2B (business to business) anche nel settore in esame.

Lo strumento principale di questo successo sono certamente le comunità virtuali. Le comunità virtuali cominciarono a diffondersi intorno alla metà degli anni '80 grazie allo sviluppo delle BBS (Bullettin Board System), computer abilitati a ricevere chiamate simultanee. Le comunità virtuali possono essere utilizzate come strumento per la comunicazione tra aziende che si trovano ad interagire tra loro. Comunità tra aziende il cui fine principale è il commercio sono definite marketplace.

Attualmente è possibile individuare circa 45 e-marketplaces operativi nel settore del tessile-pelletteria; per quanto apparentemente la cifra potrebbe indurre a pensare ad un grosso volume di affari, si tratta in realtà di un numero limitato se paragonato al totale di e-marketplaces attualmente operativi al mondo. Nonostante tutto, il settore sembra essere sempre più sensibile nei confronti di questo tipo di iniziative, per quanto a fronte di numerosissime nuove adesioni, non bisogna trascurare anche gli altrettanto numerosi casi di fallimento; basti pensare all'americano Boo, o all'italiano Fashionando. È comunque importante sottolineare che all'interno del macro-settore tessile-pelletteria, la maggioranza degli e-marketplaces si rivolge quasi esclusivamente al comparto del tessile abbigliamento ed alla relativa filiera produttiva, e solo 6 si rivolgono al settore della pelletteria e degli accessori.

In Italia, la condicio sine qua non che ha permesso al settore di affermarsi come uno dei più attivi e sensibili sul fronte degli e-marketplaces, sembra poter essere ravvisata nel giusto mix dra tradizione e innovazione. Nel settore tessile gli e-marketplaces operativi in Italia sono 13, molti dei quali risultano, difatti, localizzati in distretti tessili storici. Questi e-marketplaces, al fianco di servizi di commercio in senso stretto, offrono un'ampia gamma di servizi accessori: software gestionali, scambio richieste, notizie di settore, domanda/offerta di lavoro, directory, consulenza, catalogo, bacheca elettronica, asta. Per quanto riguarda le funzioni commerciali, lo strumento più genericamente utilizzato è il catalogo on line, che offre la possibilità di effettuare ordini in via telematica. Questo strumento permette un elevato livello di personalizzazione: l'e-marketplace offre una sorta di vetrina virtuale, dalla quale l'azienda può scegliere direttamente il tessuto o il capo di abbigliamento che la interessa. Gli e-marketplaces italiani, inoltre, si propongono come una sorta di ibridi tra portali verticali e e-marketplaces B2B in senso stretto, come testimoniato dal fatto che non tutti hanno implementato le funzioni trading, e quelli che lo hanno fatto le lasciano comunque in secondo piano.

Italianmoda.com, ad esempio, è un e-marketplace che si propone di facilitare l'incontro tra tutti gli operatori della filiera del tessile-abbigliamento, il cui principale strumento è costituito dai cataloghi elettronici. Identico il discorso per il portale verticale paginetessili.it, che raccoglie alcuni imprenditori tessili pratesi. Attualmente Pagine Tessili ha un alto contenuto informativo e una ricca Virtual Community. Il Motore di Ricerca consente alle aziende di cercare ed essere trovate in tempo reale, per i prodotti, i servizi e le lavorazioni che l'azienda è in grado di offrire.

Alessandra Aghilar

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