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Il segreto della comunità Open Source
di Pasquale Merella

E' bene fare una precisazione, software libero così com'è inteso nel mondo dell'Open Source, non e' sinonimo di mancanza, in qualche maniera, dei diritti di Copyright (quindi copiabile sempre), anzi è proprio sulla particolare forma di quest'ultimi che si basa il funzionamento del mondo Open Source stesso. Linux è sotto copyright nei termini della GNU General Public License (GPL). Questa licenza, scritta dalla Free Software Foundation (FSF), formalizza i punti sopraelencati, pensata per impedire a chiunque di imporre restrizioni sulla distribuzione del software.

L'anello di congiunzione, dunque, sembra essere appunto la GPL che si presenta come una garanzia per gli sviluppatori, protetti da eventuali speculazioni da parte di software house, che vedrebbero nei programmatori di Linux risorse a costo zero, e dall'altra sono una garanzia di perpetuazione del sistema Open Source; una garanzia, insomma, che gli sforzi intrapresi andranno a vantaggio di tutti e dunque non persi nel vuoto o peggio sfruttati da altri a scopo di lucro (divenendo software protetto).

Pur essendo una realtà sicuramente importante, Linux è utilizzato da poco più del 5% dei computer connessi a internet, la sua debole diffusione è caratterizzata dall'assenza di un supporto proprio di una rete commerciale. E' inutile negare che Microsoft ha una posizione di monopolio per i PC IBM compatibili, in quanto quasi la loro totalità (che strano...), è venduta con il sistema operativo pre-installato. Ho notato che molte persone trovano serie difficoltà quando, costrette da intasamenti nel registro di configurazione, conflitti hardware o peggio virus presenti nel pc, debbono reinstallare il sistema operativo (Windows 98, Me, XP che sia) nel proprio pc; ecco che si presentano gli stessi problemi che oggi spaventano chi vorrebbe installare Linux nella propria macchina. Anche le periferiche sono costruite secondo i dettami del sistema operativo di Gates, n'è un chiaro esempio i così detti WinModem, schede che producono un segnale ad onda che poi deve essere tradotto dalla CPU (con inefficienze e rallentamenti) tramite un software protetto (che funziona solo sotto Windows) in segnali tipici del modem. Come facilmente si intuisce tali schede (vendute come Modem, in realtà costano pochissimo per i produttori hardware) creano non pochi problemi di funzionamento sotto Linux; in molti casi si può ovviare con driver scritti appositamente da persone che utilizzano Linux e si sono ritrovati con una scheda simile.

Si evince che la diffusione di Linux è contrastata volutamente dai forti interessi che ruotano attorno al mondo Microsoft; eppur si muove!



Pasquale Merella

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