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Gli insegnamenti di SMAU
di Sebastiano Mestre

SMAU 2001 è ormai archiviato definitivamente e come gli anni scorsi è stato celebrato dai media in grande stile. Rimane l'impressione che l'edizione di quest'anno non sia stata particolarmente memorabile. Se la situazione del Business-to-Business è sembrata stazionaria (pur con una leggera flessione in termini di novità e con il naturale turn-over degli operatori), un'altra sensazione che si poteva avere era forse quella del forte ridimensionamento (in termini di quantità, e di qualità) del settore Internet Business-to-Consumer (quello dei cosiddetti "portali", dei fornitori di notizie e servizi, delle communities, del commercio elettronico) rispetto all'"esplosione" dell'anno scorso.

Nuovi assetti

Come tutte le grandi esposizioni, lo SMAU ha tra i suoi pregi quello di essere uno specchio dei tempi e una "cartina di tornasole" dello stato di un settore economico che per forza di cose sarà sempre più critico per l'intera economia. Se la grande proliferazione di stand di siti web Business-to-Consumer avvenuta nella scorsa edizione può essere spiegata da una sorta di "corsa all'oro" (provocata da errate aspettative sulla crescita del mercato italiano, da una generale euforia dei mercati finanziari e dalle varie cronache di storie di successo portate alla ribalta dai media), l'apparente ridimensionamento di quest'anno può essere forse spiegato proprio con l'errato convincimento che investire nel settore Internet fosse condizione sufficiente per ottenere successo reddituale. Il fallimento di molti dei modelli di business sui quali erano basate queste iniziative web (alcuni di essi dovuti a scelte strategiche assolutamente non coerenti con i meccanismi che stanno alla base della rete) ha infatti riportato molte aziende alla realtà dei fatti e soprattutto alla constatazione che i costi sostenuti non si sono dimostrati commisurati ai ricavi previsti dai business plan, facendo "saltare" i piani finanziari e inducendo le aziende a lasciare il mercato o a riposizionarsi ridefinendo la "vision" iniziale. In questo modo, accanto alla chiusura di molte società, molte altre hanno scelto di limitare in tutto o in parte i costi di promozione (dei quali la partecipazione a SMAU era parte). D'altra parte questo processo di redifinizione delle scelte strategiche di posizionamento e di riduzione dei costi ha portato a SMAU 2001 altri segni meno tangibili, ma assolutamente notevoli; per rendersi conto di tale "notevolezza" basta pensare all'unico spazio espositivo allestito da Wind e Infostrada, in seguito alla fusione delle due società in un'unica realtà in grado di offrire su grande scala servizi Internet, servizi si servizi di telefonia mobile e servizi di telefonia fissa.

Nuove tecnologie

Dal punto di vista tecnologico SMAU ci ha resi spettatori del solito ormai quasi scontato spettacolo della tecnologia dei Personal Computer che rinnova sé stessa in tempi strettissimi, diventando obsoleta nell'arco di 18 mesi. Tutto nella "normalità": processori "normalmente" più veloci, schede "normalmente" più performanti, sistemi operativi "normalmente" più complessi (e più pesanti). Anche nel campo dell'elettronica di consumo non è saltato agli occhi nessun prodotto o tecnologia veramente innovativa (almeno non della portata del lettore DVD oppure degli schermi al plasma che furono presentati con grande "sensazione" in qualcuna delle passate edizioni), tranne miglioramenti incrementali su prestazioni o tecnologia di singoli prodotti (ad esempio Walkman DVD portatili con occhiali LCD al posto dello schermo). Ma questa edizione verrà forse ricordata per un paio di innovazioni che hanno lasciato veramente il segno: l'ADSL finalmente lanciata su scala di massa (di ADSL si parlava a SMAU già un paio di anni fa) con offerte appetibili anche per il normale pubblico di consumatori, e le prime applicazioni delle comunicazioni in fibra ottica (provate dal vivo: chi ha visitato lo stand di FastWeb avrà probabilmenta avuto la sensazione di aver fatto un salto nel futuro). Una rifessione particolare merita il fatto che entrambe queste tecnologie sono relative alla connettività Internet e costituiscono la risposta ai problemi di scarsa ampiezza di banda che sembrano essere uno dei bisogni principali degli utenti e il vero collo di bottiglia e limite allo sviluppo di un'Internet (di applicazioni Internet, ma anche di un'utenza Internet) di seconda generazione.

Una scuola

Nuove promesse, nuove proposte, nuovi bisogni da creare. Ma proprio queste sono le regole del gioco della fiera e questa è la logica del marketing. Perché SMAU è anche una grande scuola; una sorta di grande celebrazione della comunicazione, dell'organizzazione, del servizio al cliente, degli studi di mercato. Un posto dove vedere contemporaneamente varie scuole di pensiero e le loro applicazioni pratiche; la traduzione della teoria, il risultato di progetti che per essere sviluppati hanno bisogno talvolta di team dedicati e di mesi di lavoro. Tutto questo, concentrato in pochi giorni e in poche migliaia di metri quadrati Molte aziende (forse la maggior parte) vivono la partecipazione a SMAU esclusivamente come occasione pubblicità, promozione, pubbliche relazioni, consolidamento del brand: anche se come aziende non sono particolarmente innovative è spesso su questi campi che si giocano la loro credibilità, la loro capacità di fare business e di vendere il loro marchio e le loro soluzioni. In quest'ottica anche la costruzione di uno stand molto ricco (ampio spazio espositivo + allestimento su misura in forme e materiali futuristici) non deve considerarsi uno spreco, ma un investimento sull'immagine dell'azienda a livello "corporate", alla stregua di un ufficio di rappresentanza o di uno spot televisivo. Nonostante tutto però molti stand hanno dato anche un'impressione di eccessiva prevalenza della forma sulla sostanza, di eccessivo "do ut des", di eccessiva autocelebrazione, di eccessivi "costi di agenzia" (non ricordo di che stand si trattasse, ma dall'alto si vedevano cuochi giapponesi al piano rialzato di uno stand servire sushi agli ospiti…)

Circo e giungla

Stand belli, efficienti organizzati: lo stand Nikon, con le sue modelle in posa per provare in presa diretta macchine fotografiche digitali dell'utima generazione; lo stand IBM, con le sue mappe con i numeri che impediscono di perdercisi dentro e permettono di trovare subito quello che si vuole; lo stand Canon, con il suo bancone per distribuire puntualmente enormi masse di depliants e prove di stampa; gli stand Tiscali, Blu e Wind, con le loro trasmissioni radio in diretta nazionale i loro spettacoli a ritmo di dance ad alto volume. Un modo molto rumoroso di fare fiera; un modo perseguito deliberatamente da molti espositori probabilmente con lo scopo di attirare l'attenzione del visitatore, di risaltare in mezzo agli altri espositori. Più degli anni scorsi gli stand erano popolati oltre che dalle classiche "standiste professioniste" anche da animatori, musicisti, cabarettisti, cubiste, soubrette, ballerine, conduttrici televisive, DJs, imbonitori; insomma, una stretta associazione dell'industria dell'Information Technology e dell'industria dello spettacolo (radio, tv, teatro, eventi sportivi…) e del tempo libero (locali notturni, villaggi vacanze, parchi di divertimento…). SMAU oltre che fiera dell'IT è anche spettacolo e questa è forse una delle ragioni del suo successo e del suo diventare fenomeno di costume in grado di far parlare di sé i media e definire tendenze di massa, stili e mode. Uno spettacolo, un grande gioco organizzato alla perfezione per "far girare il business": da una parte una grande massa di visitatori, dall'altra una grande massa di venditori, PR, marketing managers, general managers. SMAU è tutto questo, ed è importante che ci sia, nonostante il suo essere "circo" e il suo essere "giungla".

Il valore dell'IT

SMAU ha dimostrato di sapere ancora crescere, consolidarsi, migliorare sé stessa; quest'anno l'organizzazione si è dimostrata all'altezza dell'importanza della fiera e in grado di dare valore a espositori e visitatori, ma anche di rimanere al passo con l'innovazione. Un esempio è dato dai tornelli che quest'anno gestivano in automatico l'entrata in fiera: ogni visitatore inseriva in uno slot il proprio biglietto (che aveva la forma di una tessera con un codice a barre), riprendendolo obliterato con data, orario di entrata e timbro SIAE. A parte la velocizzazione delle entrate e la riduzione di costi per il personale di accoglienza, un sistema di questo genere ha anche altri vantaggi, come la possibilità di controllare in tempo reale il numero di presenze e la possibilità di ottenere statistiche dettagliate sui visitatori (settori, aziende, porte di accesso, giornate e orari di entrate e uscita, tempo di permanenza) idonee a migliorare l'organizzazione della fiera o ad essere trasmesse agli espositori ( i quali li possono a loro volta trovare questi dati molto utili, ad esempio per ottimizzare la gestione delle risorse umane all'interno degli stand o per misurare il tasso di redemption dell'investimento in SMAU). Il vero valore dell'Information Technology emerge chiaramente dalla possibilità raccogliere facilmente informazioni e gestirle in modo tale da trarre forti incrementi di efficienza: nuove tecnologie e loro nuove applicazioni che aprono nuove strade e creano nuovi standard, in modo silenzioso. Sono forse questi gli investimenti necessari per affrontare al meglio le sfide che ci propone l'era dell'informazione e dell' "essere digitali".


Sebastiano Mestre

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